Il mestiere del sarto, sviluppatosi nel basso Medioevo contestualmente alla nascita della moda e mai adeguatamente studiato dalla storiografia, è l'oggetto di questa ricerca. Basandosi su fonti scritte e iconografiche, edite e inedite, pubbliche e private, Elisa Tosi Brandi ricostruisce l'evoluzione di questa figura di artigiano, gettando luce sul sistema di organizzazione del lavoro dentro e fuori la bottega, i luoghi di approvvigionamento e di vendita tra le vie cittadine, il rapporto con i clienti e gli altri artigiani, ma anche le relazioni politiche con le istituzioni cittadine. L'obiettivo è di individuare quale fosse il metodo di lavoro dei sarti all'opera tra Medioevo e prima età moderna, epoca in cui l'attenzione per l'abbigliamento e la moda cominciò a diffondersi, e quali i numerosi interessi e relazioni che si intrecciavano intorno alle loro botteghe. Sono numerose le testimonianze che mostrano, accanto alla nascita del fenomeno della moda, il ruolo propositivo del sarto, che tagliava e cuciva modelli pensati in accordo con i clienti più facoltosi. Ne emerge il ritratto di una categoria che svolse un ruolo tutt'altro che marginale nelle città italiane, caratterizzata da buone capacità imprenditoriali, in grado di coordinare un numero anche elevato di collaboratori e di curare i delicati rapporti con la clientela, tenendo conto sia delle richieste dei singoli che delle prescrizioni locali.
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