In La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta, Camilleri ci regala otto nuove narrazioni dall’immaginaria cittadina sicula tanto amata dai suoi lettori (e patria dal personaggio camilleriano più noto, il commissario Montalbano). Le nuove storie sono collocate nel passato di Vigàta, dall’Ottocento agli anni Cinquanta, in quelle atmosfere un po’ rétro che tanto piacciono al Nostro e tutti noi.
Come al solito Camilleri ci delizia con l'ironia e con il linguaggio usato nei dialoghi, quell'italiano sicilianizzato messo in bocca ai diversi protagonisti dei racconti. Amicizie, amori, imbrogli ed equivoci sono gli altri ingredienti delle otto storie, tutte inedite su libro, anche se alcuni rari fortunati avranno forse già avuto modo di leggere sul rotocalco letterario Stilos due testi: Il palato assolutoeLo stivale di Garibaldi(quest’ultimo peraltro contiene anche un gustoso cameo della coppia di fidanzati Caterina Ricci-Gramitto e Stefano Pirandello, futuri genitori del drammaturgo e premio Nobel Luigi).
Ciò che accomuna davvero gli otto episodi di La cappella di famiglia è lo humor placido ma irresistibile che Camilleri sa trasmettere attraverso la messa in scena di ciascuna commedia. Non mancano comunque, i momenti per commuoversi: l’altra cosa che tutto amiamo fare mentre leggiamo, oltre a sorridere.
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925. Per tutta la sua vita, nonostante il suo grande attaccamento con la Sicilia, vivrà a Roma, dove muore il 17 luglio 2019.
Frequenta il liceo classico Empedocle di Agrigento senza conseguire la maturità poiché nel maggio del 1943 con lo sbarco in Sicilia delle forze alleate fu deciso di non svolgere gli esami e che sarebbe valso il solo scrutinio.
Il periodo della guerra è ricordato da Camilleri attraverso aneddoti che &
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