Un despota lussurioso e malvagio di shakespeariana memoria, una fanciulla indifesa e ansiosamente in fuga in lugubri sotterranei, un giovane, generoso e integerrimo paladino dei più deboli: su questi tre personaggi dal forte spessore archetipico, consolidati da una lunga tradizione letteraria e ritratti sullo sfondo di un fantasioso principato italiano nei cupi anni del Medioevo, Walpole dà vita nel 1764 al nuovo genere letterario del gotico e del 'roman noir', mirando a fondere, al di sotto delle apparizioni spettrali e degli accadimenti soprannaturali, delle sinistre profezie e delle miracolose rivelazioni, le istanze degli antichi racconti romanzeschi con la verosimiglianza e la plausibilità psicologica del ben più giovane romanzo realistico. "Il castello di Otranto" costituisce dunque una tappa fondamentale della storia del romanzo europeo e affascina il lettore grazie alla suspense di un impeccabile meccanismo narrativo, al rapido alternarsi del tragico e del comico, al gioco tutto settecentesco della teatralità e della contraffazione che stempera nell'ironia e nel disincanto le cupe atmosfere e le grottesche iperboli del 'gotico'.
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