Il volume offre una competente e originale analisi della filmografia di Pier Paolo Pasolini (1922-1975), poeta, scrittore e cineasta, sospetto ai cattolici e ripudiato dai marxisti, vittima tragica di un destino scelto e vissuto con estrema coerenza. Per l’autrice, Gabriella Pozzetto, la vita dell’intellettuale di Casara è un “ossimoro scandaloso”, una coesistenza degli opposti: razionalità e trascendenza, Gramsci e Gesù, laicità e nostalgia del sacro. Affascinato dalla figura di Cristo, Pasolini non conosce tuttavia la folgorazione di Damasco. Diversamente da Saulo, è sbalzato da cavallo, ma resta con un piede nella staffa ed è trascinato via, lungo la vita, sospeso tra grazia e distanza. Dalla lettura sagace e coordinata dei film emerge il bisogno di senso e di sacro di questo artista contradditorio e profetico, attuale nella sua sofferta laicità. Pasolini appartiene alla memoria collettiva. Ne è segno la sala cinematografica “Accattone” di Parigi, dove “Il vangelo” continua a essere proiettato ogni settimana, insieme alle altre pellicole di questo artista indimenticato.
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