Durante il conflitto in Europa, circa 3 milioni di russi affiancarono le forze armate di Hitler. Dal Caucaso ai Paesi baltici, dall'Ucraina alle pianure attraversate dal Don e dal Volga, si schierarono con gli invasori e presero le armi per battersi contro l'Armata Rossa. Quando fu evidente la sconfitta della Germania, masse di militari e civili provenienti dai territori occupati ad est dalla Wehrmacht preferirono seguire l'alleato in ritirata e rifugiarsi in occidente piuttosto che ritornare sotto il giogo di Stalin. Gli anglo-americani, cedendo alle pressioni di Mosca, consegnarono tutti i russi anticomunisti, contro la loro volontà e con cinismo, nelle mani del boia sovietico: cosacchi, baltici, caucasici, ucraini, donne, vecchi e bambini furono così condannati a morte certa, destinati a riempire fosse comuni o i campi dell'Arcipelago Gulag. Un'oscura e tragica pagina, in particolare quella dell'armata del generale Vlassov, ancora oggi poco conosciuta o ignorata, raccontata sulla base di un'attenta ricerca condotta su documenti, scritti, diari e testimonianze dell'epoca.
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