Nella storia dell'umanità è difficile trovare un evento più importante di quella rivoluzione monoteistica che Assmann ha magistralmente indagato in "Mosè l'egizio". Proseguendo e approfondendo l'analisi, questo brillante saggio-pamphlet - quasi un controcanto di quell'opera di vasta erudizione affronta il tema 'scandaloso' del prezzo che la distinzione tra religione vera e religione falsa, alla base del monoteismo, ha comportato. E con audacia, nel sottoporre a verifica le proprie posizioni, Assmann dà direttamente la parola alle voci di dissenso, offrendo così un mirabile esempio metodologico: "Ciò che di nuovo ho imparato in questi ultimi anni lo devo innanzi tutto ai miei critici". Critici che gli hanno rimproverato un criptopaganesimo velato di antisemitismo; l'invenzione del concetto di "distinzione mosaica" o, al contrario, la volontà di distruggere tale concetto; l'affronto implicito nel voler definire "controreligioni" i monoteismi storici; o, peggio, una visione idilliaca, romanticheggiante e rétro del cosmoteismo egizio a fronte di una demonizzazione delle religioni bibliche, viste come intolleranti e intese a emarginare l'Altro da sé. In un vertiginoso cortocircuito di saperi egittologia e semitistica, psicoanalisi e mnemostoria, storia delle idee e teologia -, e con penetranti richiami al mondo attuale, Assmann si dimostra così capace di trarre il massimo profitto dalle obiezioni, sottraendosi d'altra parte a ogni strumentalizzazione...
Anonimo -