Decidere chi comanda è sempre stato difficile. In democrazia, in tirannide e anche in oligarchia, come ci ha insegnato Platone. Ma forse è ancora più difficile decidere chi è il successore del capo. Perché il capo uscente vuole restare più a lungo possibile o comunque influenzare in qualche modo la scelta del suo successore. Ci avviciniamo alle elezioni del nostro capo dello Stato, votato dal Parlamento in seduta comune. Ogni successione è diversa, eppure tutte hanno una cosa in comune: sono al tempo stesso l'ultimo atto di una manifestazione del potere e il momento originario di quella nuova. Fra l'una e l'altra può cambiare tutto: può avvenire la transizione dalla monarchia alla repubblica, per esempio. Le vicende della successione dei capi svelano snodi enigmatici e spesso poco visibili non solo delle istituzioni, ma anche della storia. Vista da qui, la politica si mostra nella sua dimensione più autentica, fatta di decisioni prese nel pieno di una guerra o nelle stanze dei palazzi, scelte fatali che ribaltano il corso degli eventi. Si vedono i corpi e gli istinti che impongono la loro forma alle istituzioni e così governano la direzione di un'epoca. Un grande libro sul potere che, da Diocleziano a Mussolini, da Roosevelt a De Nicola, da Elisabetta I a Benedetto XVI, fino l'elezione del presidente della Repubblica in Italia, racconta le trame e i meccanismi che governano la successione del capo.
Anonimo -