Filosofi come Michel Foucault, Pierre Hadot e Giorgio Agamben hanno mostrato, attraverso i rispettivi concetti di "cura di sé", "esercizi spirituali" e - soprattutto - "forma-di-vita", che non è solo il sapere a definire la filosofia, ma che è il modo di vivere il proprio sapere a rivelare la cifra e la grandezza di un pensatore. Attorno a quest'idea, ecco allora stringersi uno dopo l'altro ricordi, immagini e considerazioni di ogni tipo: dallo spettacolare gesto atletico di uno Schiaffino, al tema del simulacro in Pierre Klossowski; dal problema dell'incompiutezza delle grandi opere letterarie del '900, al ritrovamento di un Kandinskij tra le pagine di un libro impolverato. E da questa massa eterogenea, ecco affiorare, uno dopo l'altro, il profilo degli autori incontrati in questo libro-intervista: da Carlo Pasi, Franco Rella, Andrea Cavalletti a Massimo Fini, Giuseppe Panella, Tomaso Cavallo, da Arrigo Cappelletti, Alessandro Guidi, Barnaba Maj a Marco Filoni, Brian McGuinness, Sergio Benvenuto e Franco Ferrarotti Così, nel suo svolgersi, ogni intervista - a metà strada tra il racconto biografico e l'esposizione teorica - non fa che sfumare il limite che di norma separa il piano aneddotico da quello saggistico e l'intero libro, forse, non è stato scritto che per testimoniare, una volta di più, della loro intima, segreta inscindibilità.
Anonimo -