Riusciranno gli essere umani a sopravvivere al grande potere tecnologico di manipolare il corpo e la psiche dei propri figli che la scienza della vita ha reso ormai totalmente possibile? Aldous Huxley nel 1932 (Il mondo nuovo), con una singolare capacità profetica, ha descritto un mondo governato dal grande governo e dalla grande impresa dove milioni di uomini saranno prodotti da "macchine e procedimenti chimici" capaci di creare "gemelli" all'infinito, veri e propro cloni condizionati geneticamente e psicologicamente per servire alla produzione di materia vivente. La fantasia sta per diventare realtà. La narrazione post-umana ipotizza un superamento della specie umana in un futuro prossimo in cui la storia umana coincide con la storia naturale del vivente planetario, evolutivamente orientato verso la riproducibilità infinita. Stiamo in presenza di un attacco allo statuto antropologico, ereditato da millenni di storia, che si è strutturato sulle figure della soggettività, come consapevolezza dello stare al mondo, delle libertà come capacità di decidere, dell'amicizia e dell'amore come spazio della parola. Il furto d'anima è la negazione di tutto ciò che ci ha fatto soffrire e sperare, a partire dall'irriducibilità del nostro "io sono" a una pura combinazione neuronale. Esistono ancora lo spazio e il tempo per invertire questa rotta?
Anonimo -