A Jericho, un quartiere di Oxford dimenticato dal tempo, in una casetta angusta e piena di libri, Anne Scott si suicida senza lasciare una parola di congedo e, in apparenza, senza un perché. Forse è solo una storia di ordinaria infelicità, ma poco tempo dopo nello stesso quartiere, nella stessa viuzza, nella casa di fronte, George Jackson viene trovato con il cranio fracassato. L'ipotesi del suicidio non convince l'ispettore Morse, che, questa volta per motivi personali, inizia un'indagine in incognito.
La nostra recensione
Cinquant’anni, non certo in forma perfetta, tendenza smodata a frequentare i pub, ma quasi infallibile, seppure un po’ eccentrico, anzi, molto eccentrico. E colto, brillante anche nelle situazioni più torbide, ma solo, irrimediabilmente solo. Si muove tenendosi sempre un po’ ai margini dell’ufficialità, spesso addirittura ai limiti del legale, insomma un ribelle testardo e geniale che i colleghi detestano o sopportano a mala pena. Per questo preferisce agire quasi sempre da solo, tutt’al più con l’aiuto del fido sergente Lewis che lo ammira, non incondizionatamente però, e che spesso ‘corregge’ le cadute di stile e di efficacia del suo capo. Questo il ritratto approssimativo dell’ispettore capo della Thames Valley Police E. Morse (si conosce solo l’iniziale del nome), protagonista dei gialli, classici e molto british, di Colin Dexter. Siamo in presenza di un detective lucido, paziente e dall’apparente tono dimesso, ma capace invece di fulminee intuizioni e ineccepibili ricostruzioni investigative. La struttura dei casi in cui è coinvolto l’ispettore Morse è semplice: il delitto - in questo caso il presunto suicidio di una bella divorziata subito seguito da un inequivocabile omicidio proprio nella casa di fronte -, l’indagine risolutiva, fatta di pochissima azione e interrogatori che non richiamano certo fumosi stanzini con poliziotti bercianti ma piuttosto sottili e raffinate schermaglie dialettiche e, infine, la scoperta del colpevole, inaspettata e accompagnata dall’inevitabile colpo di scena. In questa cornice che certo non rivela grandi sorprese, Dexter inserisce però elementi del tutto particolari che rendono uniche e accattivanti le sue storie. Proprio perché tutto sembra così compassato, a partire dalla stereotipata ambientazione oxfordiana, i lampi d’ingegno e i guizzi di ironia che illuminano l’indagine di Morse finiscono per ottenere un effetto disorientante che giova, e molto, all’intreccio. Antonio Strepparola
Anonimo -