"Il secolo attuale sarà semplicemente il secolo del cinematografo": sono parole scritte nel 1908. Mai previsione si è rivelata più vera: un'epoca ha imparato a guardarsi sullo schermo come in uno specchio. II cinema è diventato l'occhio del Novecento. Attraverso l'analisi di numerosi film, da "King Kong" a "Blow up", da "La folla" a "Citizen Kane", Francesco Casetti mette in luce i caratteri dello sguardo filmico - uno sguardo che ha lavorato su un mondo ormai ridotto a frammenti, ma continuando a perseguire l'idea della totalità. Il cinema ha evidenziato come ogni visione risponda a un punto di vista personale, ma non ha smesso di tener conto dell'oggettività delle cose. Ha affidato a una macchina il compito di osservatore, ma ne ha anche reso umana l'azione. Ha lasciato via libera all'eccitazione dei sensi, ma ha impedito che la percezione ne venisse alterata. Ha calato lo spettatore dentro lo spettacolo, ma conservando una distanza di sicurezza. Il risultato è stato uno "sguardo ossimorico", in cui termini opposti hanno saputo convivere. E in cui le tensioni del tempo hanno trovato una possibile negoziazione che le ha rese, oltre che visibili, anche vivibili.
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