Politiche e programmi nazionali concorrono a definire la migrazione e i legami comunitari, riarticolati nella distanza, come opportunità per lo sviluppo economico e sociale. Questo libro, discutendo i modi di partecipazione politica di un collettivo ghanese in Italia e in Ghana, propone un'analisi antropologica delle pratiche e delle rappresentazioni in cui i migranti, designati come agenti dello sviluppo, rielaborano, negoziano e configurano il proprio ruolo, nella società di provenienza e in quella di arrivo, divenendo mediatori di saperi, capitali e visioni dello sviluppo.
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