Il Palazzo della memoria era un sistema mnemotecnico che prevedeva la costruzione di " strutture, forme mentali " composte di " immagini " organizzate in " spazi capaci di immagazzinare gli infiniti concetti costituenti l'insieme delle conoscenze umane". Nel 1596 Matteo Ricci, missionario gesuita, matematico, cartografo e soprattutto primo sinologo europeo, volle insegnare il metodo ai cinesi, nella speranza che avrebbero finito per interessarsi alla religione che rendeva possibili simili miracoli. A questo scopo preparò un libretto, scritto in cinese, in cui illustrò un unico gruppo di quattro "immagini", ognuna collocata in un suo specifico spazio. E qualche anno più tardi, mosso dal medesimo intento missionario, realizzò quattro disegni religiosi che avrebbero fissato nella memoria dei cinesi i momenti più drammatici della Bibbia. "Intorno a quegli otto frammenti, così lontani da noi, ho deciso di costruire a mia volta questo libro" ci dice Jonathan D. Spence, invitandoci a intraprendere "un viaggio in compagnia di Matteo Ricci" - ovvero a ripercorrere un'avventura umana e intellettuale che non ha eguali. Il lettore si trova a rivivere l'esistenza di Matteo Ricci nell'Europa e nell'Asia tra Cinquecento e Seicento: dall'infanzia a Macerata ai molti inconvenienti della vita nelle missioni lontane; dai terrifici viaggi per mare ai tentativi di evangelizzazione dell'India, dall'impatto con la spiritualità orientale ai lunghi anni in una Cina.
Anonimo -