La pancia. C'è qualcosa di affascinante nella pancia. Parla, sussulta, si muove, chiama, chiede attenzioni. C'è qualcosa di doloroso nella pancia. La pancia è un'imposizione. Rievoca qualcosa di antico che non si può ricordare, che pure conserva qualche cicatrice sottesa - la sensazione di un viaggio, lo shock dell'espulsione - obbligandoti a un legame non scelto, irrinunciabile. Forse per questo amiamo così tanto poggiarci sopra una mano, quando si dorme. Per chiudere la serratura, per far finta di ritornare dentro. La schiena. La schiena è una bagagliaio dove si appoggia tutto e tutto diventa pesante. Come gli asini portiamo pacchi e valigie. Le nostre schiene sono dei vagoni merci, trasportano informazioni, comandi, esigenze, roba. E nella schiena che tutto deve passare. E se nell'intricato bosco di nervi e bulbi sorgono ostacoli traumi, lavori in corso, smottamenti che bloccano il passaggio - il resto del corpo non sa cosa fare, impazzisce, si ferma. E un corpo immobile muore. I piedi. I piedi sono le nostre scarpe migliori. Dai loro punti deboli e da quelli forti dipende il nostro equilibrio, la loro forza è la nostra forza. Sono lì sotto a tenerci, come ci manterrebbe una corda. La colla che ci unisce al mondo. Più sono nudi meglio ci sentiamo. Creiamo le scarpe per poi liberarcene. Inventiamo trappole da cui vogliamo uscire.
Anonimo -