Questa è la sovranità democratica, sovranità non di molti o di tutti, non del numero, ma dello spirito, della ragione, della volontà consapevole; in una parola, dell'autocoscienza. La sete, che è in tutti, di riforme, l'incessante estendersi delle facoltà e delle attività politiche, individuali ed organizzate, sono appunto dovute a questo senso acquisito che la società e la storia sono perennemente da fare e da rifare. Il farsi della democrazia è in queste due forze: l'ascensione di ogni individuo umano alla pienezza della personalità umana, la collaborazione, la coesione, l'unità sociale affidata all'efficacia spontanea di interessi consaputi, di tendenze spirituali, di norme accettate con libera adesione interiore.
Anonimo -