LItalia negli ultimi 60 anni ha ospitato centinaia di ordigni nucleari. Ufficialmente questo arsenale non è esistito, anche se ciò ha comportato oneri a carico del Governo, con rischi e accordi tenuti segreti. La problematica delle armi nucleari, a partire dal Non Proliferation Treaty-NTP, firmato nel 1968, è stata al centro di numerose iniziative diplomatiche aventi lo scopo di limitarle o bandirle da certe aree geografiche.
Il lavoro dellAutore tratta un aspetto particolare e classificato della Difesa, a volte poco noto anche agli stessi componenti delle Forze Armate, per via della riservatezza derivante dai vincoli contenuti in accordi bilaterali come i vari SOFA e BIA (Bilateral Infrastructure Agreement). Ne è un esempio lAccordo dellottobre 1954, il cui testo è ancora oggi secretato, che stabilisce le condizioni di utilizzo delle basi USA in Italia.
Frutto di una meticolosa e attenta ricerca, il libro, arricchito dai molteplici dati tecnici, dagli aspetti operativi e dalle procedure di impiego, apre unampia finestra sulle problematiche inerenti il dispiegamento in Europa Occidentale e il possibile impiego del munizionamento nucleare che avevano la funzione primaria di controbilanciare la superiorità numerica delle forze del Patto di Varsavia. E proprio nel nostro Paese in quegli anni furono stanziate alcune delle principali basi nucleari europee dellAlleanza Atlantica... (dalla prefazione delGenerale Michele Oliva)
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