Il repertorio di Fried è ampio, comprende liriche d'amore, poesie comiche e divertissements, testi sulla natura, versi didattici. Analogamente, anche la sua ira - cioè il coraggio politico e civile - s'è raramente confusa con la politica spicciola né mai allineata ad una precisa corrente. Fried ha nutrito piuttosto l'indignazione del profeta e la sua coerenza è nata dallo sdegno del moralista e dall'insoddisfazione per l'immobilità e la stasi. Pur nella sobrietà del suo dettato, egli era di un'inesausta spontaneità, il giocoliere di una fantasia agglutinante: l'altra forma, si è detto, della necessità e del travaglio espressivi. La scuola della poesia moderna gli era in ogni caso ben nota: frequentò idealmente anche l'avanguardia (da Arp a Schwitters); conosceva a menadito gli inglesi, e si era fatto le ossa traducendo Th.S.Eliot, Dylan Thomas, Wilfred Owen, per non parlare di Shakespeare, di cui ha offerto la versione più coscienziosa ed esatta che ci sia data di leggere in tedesco. Dalla prefazione di Luigi Forte
Anonimo -