Mai come negli ultimi vent'anni le Regioni italiane sono state impegnate nella realizzazione di attività di proiezione della loro immagine e dei loro interessi sulla scena internazionale. Tali attività paradiplomatiche hanno progressivamente conquistato uno spazio a fianco dei tradizionali interventi di politica estera che rimangono di competenza esclusiva dello Stato. Il rapporto tra le amministrazioni regionali e il governo centrale in tale materia è stato spesso conflittuale. E chiaro che qualunque ricerca di sinergia tra i differenti livelli di governo nell'elaborazione e conduzione di attività internazionali passa attraverso un bilanciamento, non sempre agevole, tra le esigenze di coerenza ed efficacia della politica estera e il rispetto del principio autonomistico. Questo bilanciamento richiede inoltre di ripensare agli strumenti e alle modalità di raccordo tra le diverse amministrazioni. Nel volume sono approfondite tali questioni, analizzando alcuni aspetti delle multiformi attività paradiplomatiche poste in essere dalle Regioni italiane, a partire da diverse prospettive disciplinari (politologiche, giuridiche ed economiche). Un'attenzione particolare è rivolta al caso della Regione Autonoma Valle d'Aosta come piccola regione di frontiera, da sempre attiva a livello internazionale nonostante le sue ridotte dimensioni territoriali e demografiche.
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