Siamo ancora capaci di ascoltare? C'è spazio per un ascolto musicale autentico in un'epoca in cui le occasioni di ascolto si moltiplicano e acquisiscono un carattere spesso disorientante di varietà, in cui è venuta ad attenuarsi, in alcuni casi almeno, la distinzione tra musica colta e musica popolare? L'esperienza comune di ascolto può suggerire nuove riflessioni sul ruolo della musica nella società contemporanea? La nota tesi adorniana della "regressione dell'ascolto" ci porta a riflettere su un tema quanto mai urgente, quello del rapporto tra percezione sensibile e grammatica strutturale, tra forma percepita e forma costruita, tra profondità inudibile e superficie sonora. Autorevoli interpreti della moderna esperienza musicale nonché studiosi di estetica si pronunciano qui direttamente sulla questione dell'ascolto con particolare attenzione sia al versante teorico che a quello storico. Per la prima volta in traduzione italiana presentiamo un importante saggio, d'impronta fenomenologica, di Günther Anders-Stern: un'originale riflessione sull'ascolto della musica 'impressionista'.
Anonimo -