“E’ proprio perché Peter Debye, Max Planck e Werner Heisenberg non furono né eroi né malfattori che le loro storie sono istruttive, sia sullo stato delle cose nel Terzo Reich che più in generale sul rapporto tra scienza e politica. Nelle situazioni e decisioni ben diverse di Debye, Planck e Heisenberg possiamo trovare un contesto in cui affrontare la questione. Le vite di questi tre uomini si incrociarono e interagirono in molti modi. Debye e Heisenberg ebbero lo stesso mentore e lavorarono a fianco a Lipsia all’inizio degli anni Trenta. Planck li incoraggiò entrambi, e loro lo videro come una figura paterna e un faro morale. Debye insistette, contro la volontà dei nazisti, perché si intitolasse a Planck l’istituto di fisica che presiedeva a Berlino. Quando Debye partì per gli Stati Uniti dopo lo scoppio della guerra, gli sarebbe succeduto Heisenberg. Questi uomini ebbero personalità molto diverse. E’ chiaro che nessuno di loro fu entusiasta del regime hitleriano, eppure furono in posizioni di preminenza nella scienza tedesca – come organizzatori, come studiosi e come ispiratori – e ognuno svolse un ruolo importante nell’impostare il tono della reazione della comunità fisica al nazismo. Tutti e tre servirono il Reich tedesco, sia prima che durante il nazismo, anche se non è la stessa cosa che servire Hitler, e tanto meno accettarne l’ideologia, nessuno di loro sembra aver vagliato con cura se e quale fosse la differenza”.
Anonimo -