"La spiaggia di Falesá" (1892) appartiene a quel nucleo di opere che Stevenson scrive nell'ultima fase della sua vita, quando si rifugia nei mari del Sud. Stevenson inaugura con Falesà un approccio più realistico, dando forma a una varietà di linguaggi, personaggi e psicologie ignote sino ad allora alla sua scrittura, aprendo la strada alla critica del colonialismo in letteratura.
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