Risorgimento italiano non solo come periodo di importantissimi avvenimenti storici: proprio in quegli anni, in virtù di determinate circostanze, la fotografia - tecnica da poco messa a punto e rivoluzionaria nell'ambito delle arti visive - inizia a essere largamente usata e diventa un modo per diffondere notizie e lasciare tracce di memoria, ma anche per esprimersi artisticamente. Dopo un'interessante introduzione, su come i contemporanei vedessero questa nuova tecnica di documentazione storica, il volume si articola in ampie sezioni dedicate ai luoghi simbolo del Risorgimento, al ritratto e all'identità nazionale. Partendo dalle foto della Repubblica Romana, le immagini delle rovine risorgimentali (da Palermo a Gaeta fino a Porta Pia) tracciano la nascita dei reportage di guerra. Segue la sezione dedicata ol ritratto fotografico, un'invenzione dell'epoca, per rintracciare le radici di un uso già politico dell'immagine: sfilano così Mazzini, Garibaldi, Cavour. Nel volume trova spazio anche un'Italia non ufficiale, i volti dei briganti, le prime testimonianze di tentativi di uso artistico della fotografia e le immagini di paesaggio come segni di identità nazionale.
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