In fotografia con il termine Fine Art si intende una lavorazione atta a produrre un manufatto che sia la sintesi di tecnica e qualità.
Negli ultimi due decenni, la rivoluzione digitale ha stravolto i criteri di accessibilità, diffusione, gestione ed estetica della fotografia, ampliando le sue potenzialità. La stampa rimane lo strumento principe per comprendere l’immagine digitale nella sua complessità, in quanto monitor e proiettori non sono in grado, se non opportunamente calibrati, di restituire l’immagine senza discostarsi dall’idea del fotografo. È proprio da quest’ultima infatti che parte il complesso procedimento che caratterizza la stampa Fine Art. Facendo un paragone con la musica, dello scatto diremmo che è lo spartito dello stampatore, cui spetta il difficile compito di interpretazione, per fare emergere la miriade di vibrazioni che si racchiude in un click.
Contrariamente all’idea che si è venuta a consolidare negli ultimi anni, il valore aggiunto della stampa Fine Art sta non tanto nelle seppur fondamentali caratteristiche dei supporti utilizzati, quanto nel dialogo, continuo e profondo, tra l’autore dello scatto e chi stampa. Carte pregiate e stampanti di ultima generazione, strumenti senz’altro imprescindibili, non possono infatti sostituirsi al rapporto di affinità che necessariamente si istaura tra fotografo e stampatore. Dallo scatto alla post-produzione sino alla scelta del tipo di carta, ogni passaggio deve essere condiviso affinché la stampa esprima appieno le sensazioni del fotografo, fissandole nel tempo.
Caratteristica non secondaria della stampa Fine Art è la piena conformità agli standard del mercato dell’arte sotto il profilo della qualità e della permanenza nel tempo, garantita dall’utilizzo di carte Canson Infinity, certificate secondo la norma ISO 9706, Total Acid Free (TAF) e Total Chlorine Free (TCF), in grado di neutralizzare il processo di ossidazione prodotto da aria e luce. Tecnologia e sinergia di competenze: è questo il connubio alla base della stampa Fine Art, attraverso cui l’impulso elettronico acquista consistenza tangibile e corporea, si trasforma in manufatto, si fa arte.