Sono quasi cinque milioni gli italiani che prestano la loro opera nel cosiddetto «terzo settore»: il mondo del «dare», l'universo della gratuità e della solidarietà umana, religiosa o laica che sia. L'Italia cadrebbe a pezzi senza il lavoro di associazioni, onlus, operatori sociali, volontari, piegata com'è dalla crisi e dalla latitanza delle istituzioni. Questo libro fotografa le «periferie del mondo» intrecciando storie di vita dura, malaffare, riscatto sociale e impegno civile a ricordi personali: si parte dalla «Terra dei fuochi» (la zona dove l'autore è nato, sita fra Napoli e Caserta, e ormai tristemente nota quanto Scampia) per arrivare a Roma, sfiorando i Palazzi e chiamandoli spesso in causa per le mancate scelte e gli scempi nazionali. Ma si passa anche dal Ruanda e dalla Striscia di Gaza, dalle carceri minorili e da Lampedusa, dalle scuole italiane e dai laboratori teatrali dove si cerca di sottrarre i giovani alla chimera dei soldi facili della camorra. Pagine scandite dalla vibrante ostinazione a costruire un mondo migliore e segnate dal dolore provato in gioventù per il difficile rapporto con il padre. Una lettura che commuove e rassicura: commuove quando entra nelle profondità dei ricordi famigliari e rassicura perché disegna un'Italia generosa, viva e pronta a ripartire. «Su Wikipedia dovrei scrivere: "Vincenzo Spadafora è uno che ci crede", invece l'enciclopedia digitale non prevede tanta semplicità romantica di autodefinizione», ammette l'autore. Un manifesto per un Paese che merita molto di più. E che ha energie, talenti e sogni.
Anonimo -