La nebbia autunnale avvolge Milano quando Aiace Pardon, un mite senzatetto che vive e mendica presso la stazione Centrale, inizia a ricevere strane donazioni: prima 5, poi 10, 20 e 50 euro. Il vecchio è ipovedente e del misterioso benefattore vede solo la punta delle scarpe, eleganti e lucide anche nei giorni di pioggia. Quando 100 euro cadono nel bicchiere dell'elemosina il gioco giunge al termine e il barbone, poco dopo, sparisce. È stato ucciso dall'uomo con le scarpe lustre? Ne è convinta una senzatetto sua amica, che si reca alla Polizia a denunciarne la scomparsa. Il commissariato al completo si raduna ad ascoltare la deposizione della donna, tanto ripugnante nell'aspetto quanto colta e raffinata nei modi, ma proprio questa stranezza - un ossimoro, direbbe lei - fa sì che nessuno la prenda sul serio. Aiace Pardon sarebbe destinato a rimanere l'ennesimo clochard dimenticato, se le parole di «quella palla da bowling che ha mangiato un dizionario» non colpissero Alex Lotoro, un giovane sbirro che della vecchia è l'esatto opposto. Iniziano così le indagini che porteranno i due a scavare nel passato di Aiace, fino alla scoperta della verità.Alessandra Selmi (Monza, 1977) collabora con diverse case editrici. Dalla sua esperienza è nato il libro E così vuoi lavorare nell'editoria. I dolori di un giovane editor (Editrice Bibliografica, 2014). Questo è il suo primo romanzo.«Non temo la morte», disse la barbona con un ghigno. «Tu sì, certamente: hai molto da perdere. Ma io vivo per strada, dormo sotto lastre di polistirene, rovisto nell'immondizia e mangio scarti andati a male. Non ho niente, non ho una casa, un lavoro, denaro, abiti. Non ho nessuno, non ho una famiglia, non ho manco un cane. Un tempo avevo un amico, ma tu me l'hai ucciso. Sono già morta da un pezzo, io.»
Anonimo -