L'introduzione in Italia, nel 1877, di una tariffa doganale fortemente protezionista vide sorgere, nel giro di pochi anni, un piccolo ma agguerrito movimento d'opinione risolutamente avverso alla politica di protezione daziaria e di intervento dello Stato nell'economia. Dopo vari tentativi, quel movimento liberista - del quale facevano parte importanti economisti (fra cui Ferrara, Pantaleoni, Parete, De Viti de Marco, Einaudi) e giuristi, politologi, giornalisti, filosofi, storici, letterati, archeologi, uomini politici, commercianti e piccoli o medi industriali (fra i nomi, Salvemini, Mosca, Ferrero, Giretti, Prezzolini, Moneta) - riuscì a dotarsi, nel 1922, di una stabilità organizzativa, costituendo, per volontà di Luigi Einaudi ed Edoardo Giretti, il Gruppo libero-scambista italiano. Gruppo che potè durare ben poco, quattro anni: il fascismo non tollerò oltre. Nel ricostruire quelle vicende, il volume rende giustizia a una figura poco esplorata dalla ricerca storica, dimostrando, grazie a una documentazione ricchissima e quasi tutta inedita, che la vera anima del movimento italiano per la libertà economica - nella sua lotta in difesa degli interessi dei consumatori, dei contribuenti, degli agricoltori piccoli e medi, delle industrie esportatici e del Mezzogiorno fu, dalla fine dell'Ottocento sino agli anni della dittatura fascista, un piccolo imprenditore piemontese: Edoardo Giretti, deputato radicale dal 1913 al 1919, autorevole dirigente del movimento pacifista.
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