Il primo racconto è un microromanzo di formazione. Un giovane uomo coinvolto in un incidente stradale si risveglia nel proprio letto, febbricitante. Il suo corpo è intatto, non ha ferite. È la sua mente a essere lacerata, confusa, misteriosamente divisa tra ricordi contrastanti, come se la memoria di qualcun altro si fosse innestata nella sua. È questo l'inizio di un coinvolgente percorso emotivo, una storia capace di spingersi nei nostri luoghi oscuri, così intima e intensa da lasciare storditi. Laggiù, nella movimentata adolescenza di Hans, ci sono infatti le esperienze che hanno segnato la sua crescita, la sua maturazione etica e sentimentale, e che ruotano intorno all'esperienza della morte. Anche la storia di Adam e dei suoi gemelli, che entra più tardi nel libro, raccontata da due improbabili narratori in un pub, ruota intorno al tema della scomparsa. Ricordare, crescere, attraversare il dolore sono azioni che si intrecciano nella vita di un uomo, e a volte coincidono. I due racconti complementari che formano questo libro (tra i quali le immagini enigmatiche di Pierantonio Tanzola si inseriscono come un terzo racconto, frammentato e struggente) ci portano ognuno nell'intimità di un uomo, di una famiglia, di un tempo. Con uno stile che è insieme misterioso e intimo, capace di toccare con precisione millimetrica le sensazioni più nascoste, Marco Mancassola racconta l'esperienza della morte e del sopravvivere nei nostri anni.
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