Secondo Si Hamza Boubakeur (che fu rettore dell'Università islamica di Parigi, rettore della Moschea di Parigi, discendente del primo "califfo ben diretto" Abu Bakr, nonché venerato maestro di Gabriele Mandel): "Il Sufismo in se stesso non è né una Scuola teologico-giuridica, né uno scisma, né una setta, anche se si pone al di sopra di ogni obbedienza. E' innanzi tutto un metodo islamico di perfezionamento interiore, d'equilibrio, una fonte di fervore profondamente vissuto e gradualmente ascendente. Lungi dall'essere una innovazione o una via divergente parallela alle pratiche canoniche, è anzitutto una marcia risoluta d'una categoria di anime privilegiate, prese, assetate di Dio mosse dalla scossa della Sua grazia per vivere solo per Lui e grazie a Lui nel quadro della Sua legge meditata, interiorizzata, sperimentata". I Sufi (detti anche "dervisci") rappresentano dunque la parte mistica e più illuminata dell'Islam, e sono attivi in tutti i campi delle Arti e delle Scienze nel rispetto d'ogni cultura e d'ogni religione, diffondendo ovunque la buona parola della Bontà e della Pace. Il professore Gabriele Mandel Khan, Vicario generale per l'Italia della Confraternita sufi Jerrahi-Halveti (o Jerrahiyya-Khalwatiyya: uno dei più antichi ordini tradizionali sufi), indica in questo libro - per la prima volta sostanziale e completo su questo difficile argomento - la Via pratica per giungere alla perfezione del sufi.
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