Due grandi maestri del thriller a confronto: Pasini, italiano, mette in scena il commissario Roberto Serra e l'Italia del nord est per raccontare una storia di donne scomparse misteriosamente. Pobi, americano, racconta le avventure di un agente dell'FBI sulle tracce di un assassino spietato di cui lui, detective, è la prima vittima (l'assassino gli ha ucciso la madre).
Un esordio nel modo del thriller che non passa inosservato. Massimo Donati mostra una sorprendente forza narrativa: all’abilità nel dare forma a psicologie inquietanti unisce la sicura capacità di proiettarci in un vero e proprio set cinematografico. Diario di spezie è un thriller in cui il fascino dell’arte si mescola ai profumi e alle prelibatezze dell’alta cucina, riuscendo al contempo a restituirci uno sguardo dolente e disincantato sulle profondità oscure dell’animo umano.
Tanti delitti che conducono a un unico killer. Succede a Hull, cittadina dell'Inghilterra settentrionale alla vigilia di Natale. Per fortuna c'è il sergente Aector McAvoy a occuparsi di questa scia di inspiegabili morti. Gigante buono e timido dedito alla famiglia, poliziotto atipico e integerrimo, poco propenso alla violenza e all'uso delle armi, McAvoy è stato isolato dai colleghi dopo uno scandalo che lo ha visto mettere sotto accusa i suoi ex capi. Di lui sentiremo ancora parlare, perché questo non è che il primo dei thrille che lo vedono protagonista.
L'ambiente è quella stessa Roma popolare che abbiamo conosciuto nei venti racconti contenuti in Piccole atrocità. Ma qui, nel primo romanzo giallo di Brusadelli, tutto è più articolato. A partire dal protagonista, Antonino Buonamore, ispettore malinconico e ostinato, con la passione del cibo, del vino e dei segreti nascosti nell'animo degli uomini.